Cisl FP Veneto. OSS con formazione complementare. La Regione Veneto deve chiarire cosa intende fare


Sul tema degli OSS con formazione complementare siamo intervenuti a più riprese. Per comprendere la questione facciamo però un passo indietro: con una Legge Regionale, la n.17 del 9 agosto 2002, la Regione Veneto ha istituito la figura dell’operatore socio sanitario con formazione complementare. Con successiva DGR n.3119 del 2002 è stato quindi approvato il programma di studio relativo alla formazione complementare in assistenza sanitaria dell’operatore socio-sanitario, pari a 400 ore complessive.

Tale percorso formativo, al quale le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti hanno personalmente investito in termini economici e di tempo, non ha mai visto concretizzarsi tale impegno in miglioramenti contrattuali e organizzativi. Tutto ciò perché in ogni sede o tavolo di confronto regionale non si è voluto trovare una soluzione adeguata. Tanto che, a più riprese la Cisl FP Veneto e le altre Organizzazioni Sindacali confederali, sono intervenute sollecitando risposte coerenti al problema. Va detto, per citare qualche numero, che hanno aderito in Veneto, dal 2002 al 2004, circa 6.000 operatori, molti dei quali ancora in servizio, soprattutto presso le strutture per anziani. 

Ed eccoci ora ad una nuova DGR regionale (650 del 1 giugno 2022) con la quale approva il percorso di “Formazione complementare in assistenza sanitaria dell’Operatore Socio-Sanitario e delle modalità organizzative di attuazione dei corsi di formazione” che vorrebbe far ripartire tutto da capo, ignorando il fatto che nelle strutture residenziali e semiresidenziali per anziani pubbliche e private accreditate molti OSS, già dal 2004, possiedono la formazione complementare.

Per farla breve: la Regione sembra non aver tenuto conto, in nessun modo e nonostante le sollecitazioni sindacali, della presenza di un alto numero di operatori socio sanitari con formazione complementare già acquisita che vedono cadere nel silenzio l’impegno che la Regione si era assunta a suo tempo con l’avvio della loro formazione. A fronte di tale situazione e del malessere che essa origina, la Cisl FP Veneto con gli altri sindacati confederali raccoglie l'appello di 6.000 OSS in servizio che chiedono di intervenire nei confronti della Regione affinché chiarisca la relazione e la spendibilità dei due percorsi formativi.  

Ci chiediamo quindi che cosa la Regione Veneto intende fare per evitare quanto già successo in passato aprendo un secondo percorso formativo che, al momento, non ha alcuno sbocco contrattuale generando quindi spese, costi, aspettative che saranno nuovamente frustrate o, al meglio, lasciate alla discrezionalità degli enti. Non solo, non ci è ben chiaro quali siano gli accordi tra Regione e associazioni di rappresentanza datoriale delle strutture semiresidenziali e residenziali per anziani in merito all’utilizzo contrattualmente legittimo di questa figura, ma soprattutto vorremmo sapere come la Regione intenda agire circa la spendibilità dell’attestato di formazione complementare in assistenza sanitaria acquisito negli anni 2002-2004. Quesiti che sono stati posti alla Regione Veneto con una nota congiunta del 29 agosto 2022.

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Concludiamo, di fronte a questa mancanza di chiarezza che si ripete per la seconda volta, in attesa di una risposta chiara, allertando i lavoratori coinvolti sulle difficoltà che incontreranno al termine del percorso di formazione, considerato che la Regione Veneto, nonostante sia stata sollecitata sul tema, non ha mostrato interesse su che cosa succederà agli operatori socio sanitari sul piano contrattuale, dopo aver acquisito la formazione complementare.

Sarà nostra cura aggiornarvi in caso di novità significative.

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