CISL FP Veneto. Uffici Giudiziari in piazza. Al presidio di Roma anche una delegazione del Veneto


Anche una delegazione della CISL FP Veneto e scesa a Roma per il presidio indetto per la giornata odierna a Roma, davanti al Ministero per la Giustizia. Non è arrivata, infatti, nonostante le sollecitazioni, nessuna risposta dal Ministero sulle Ricerche Telematiche ex art. 492 bis CPC, una
importante riforma, rimasta inattuata, fortemente voluta sia dai lavoratori sia dall’utenza in
quanto consente di rendere finalmente efficace e soprattutto gratuito per il cittadino il
recupero del credito nelle procedure giudiziarie.
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L'oggetto del contendere
Prima della riforma il creditore, per poter cercare i beni del debitore su cui esercitare il pignoramento autorizzato dai giudici, doveva proporre istanza al presidente del Tribunale per ottenere l’autorizzazione ad effettuare direttamente presso le banche dati delle Pubbliche amministrazioni e dell’Anagrafe tributaria le ricerche dei beni del debitore. La riforma Cartabia del processo civile, la cui materiale entrata in vigore a fine febbraio 2023, aveva modificato l’articolo 492 bis del codice civile, stabilendo che su istanza del creditore procedente deve essere "l’ufficiale giudiziario ad accedere mediante collegamento telematico diretto ai dati contenuti nelle banche dati delle Pubbliche amministrazioni e, in particolare, nell’Anagrafe tributaria, compreso l’archivio dei rapporti finanziari, e in quelle degli enti previdenziali". Quindi ora teoricamente la ricerca dei beni dovrebbe essere fatta soltanto da parte dell’ufficiale giudiziario.

Il problema è che il Ministero non ha ancora attivato i collegamenti necessari per consentire agli ufficiali giudiziari appunto di accedere alle banche dati fiscali e previdenziali e individuare i beni e crediti da sottoporre ad esecuzione, compresi i rapporti intrattenuti dal debitore con istituti di credito e datori di lavoro o committenti. Risultato: il cane che si morde la coda, visto che un altro articolo (155 quinquies) ci racconta che, «quando non sono funzionanti le strutture tecnologiche necessarie a consentire l’accesso diretto da parte dell’ufficiale giudiziario alle banche dati, l’ufficiale giudiziario attesta» al creditore «che l’accesso diretto alle suddette banche dati non è attuabile».

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La delegazione CISL FP Veneto guidata da Giuseppe Paone

Sottolineiamo ancora una volta che oggi l’accesso alle Banche Dati avviene, con modalità non sempre trasparenti e senza garanzie per la privacy del cittadino, ad opera di privati e di agenzie investigative, dietro pagamento di un compenso. Benché gli ufficiali giudiziari, funzionari pubblici, garanti del pieno rispetto della legge e dei diritti di tutte le parti, dispongano delle dotazioni informatiche e delle competenze necessarie per espletare il servizio, il Ministero della Giustizia, inspiegabilmente, omette di dare avvio al servizio.

All’applicazione dell’art. 492 bis CPC è legato lo stesso futuro professionale dell’ufficiale giudiziario, ancora oggi costretto a lavorare, causa i pesanti ritardi nell’informatizzazione dei servizi UNEP, con strumenti obsoleti e del tutto inadeguati a consentire la necessaria interazione con gli uffici giudiziari, con gli altri uffici pubblici e con l’utenza.

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